La mattina dello scorso venerdì 21 luglio, una call con la comunità pugilistica della “Forza e Coraggio” è stata l’occasione per fornire alcune informazioni sulle modalità di gestione degli impianti sportivi di proprietà del Comune di Milano.
Fermo restando che, nel caso di specie, l’Assessorato manterrà aperto un canale di dialogo con il concessionario della “Forza e Coraggio”, per ribadire il valore sociale dell’attività della boxe e per cercare di garantire che questa importante attività permanga, va però segnalato che, da un punto di vista amministrativo, l’ultima parola, in casi come questo, spetta al concessionario, il quale sta legittimamente valutando di destinare la tensostruttura in oggetto ad una disciplina differente.
Modalità di gestione degli impianti sportivi del Comune di Milano
Il Comune di Milano è proprietario di quasi 150 impianti sportivi, diffusi su tutto il territorio.
Dal punto di vista gestionale, sarebbe però all’evidenza impensabile una gestione diretta di un così elevato numero di impianti: vorrebbe in pratica dire che il Comune di Milano dovrebbe occuparsi solo di questo, il che, ovviamente, non è immaginabile.
Essendo quindi necessario fare delle scelte, l’Amministrazione ha inteso concentrare i suoi sforzi sull’attività natatoria, affidata sostanzialmente in gestione esclusiva a Milanosport S.p.a., società interamente di proprietà comunale ed operante in regime di in house providing.
La decisione di puntare sul nuoto ha alla base una ragione ben precisa: gli impianti natatori sono, in termini di gestione, particolarmente onerosi e, pertanto, risultano poco appetibili per il libero mercato. Ecco allora che l’intervento pubblico è essenziale per garantire l’accessibilità delle piscine a tutti i milanesi, a tariffe dichiaratamente al di sotto delle tariffe di mercato.
La gestione dei restanti impianti sportivi (più di 100) viene affidata dall’amministrazione a soggetti terzi, a seguito di procedura ad evidenza pubblica, in regime di concessione di servizi o di concessione d’uso, a seconda delle caratteristiche peculiari dell’impianto e delle sue dimensioni, quindi della rilevanza economica.
Specialmente per quanto riguarda gli impianti più piccoli, il Comune, quando la normativa lo consente, privilegia la gestione di ASD e SSD, dunque a realtà senza scopo di lucro.
Qualora siano necessarie radicali opere di riqualificazione delle strutture, invece, si percorre la strada del Partenariato pubblico-privato, destinato anch’esso, comunque, a sfociare poi, in termini di gestione, in un regime di concessione di servizi.
I rapporti con i concessionari sono regolati da apposite convenzioni. Tali convenzioni prevedono espressamente che tutti gli oneri, sia quelli di manutenzione ordinaria sia quelli di manutenzione straordinaria, siano posti a carico del concessionario.
Come contropartita, i concessionari possono usufruire di un certo margine di autonomia gestionale, sia nella determinazione delle tariffe sia nella decisione di conferire eventualmente in locazione i propri spazi a soggetti terzi, senza che l’amministrazione possa interferire in tali scelte.
Resta ovviamente fermo l’onere, per il concessionario, di domandare un assenso al Comune proprietario, tutte le volte che lo stesso intenda operare interventi di modifica strutturale dell’impianto.
Un simile assetto presenta almeno due evidenti vantaggi.
In primo luogo consente al Comune, in quanto soggetto proprietario, di supervisionare lo sviluppo dello sport milanese, dettando, a tutela delle fasce più fragili della cittadinanza, regole precise che vengono poi inserite nei bandi e che possono quindi, in qualche modo, indirizzare il destino dell’impianto sportivo (ad esempio, premiando quei progetti che puntano sull’inclusività, sull’accessibilità o sulla sostenibilità ambientale, modulando i criteri di punteggio allo scopo di coinvolgere il più possibile le realtà associative del territorio, valorizzando le proposte di tariffe inferiori ecc.).
Dall’altro lato, questa opera di indirizzo avviene a costo zero per il Comune, che non deve sobbarcarsi le spese di manutenzione, grazie alla meritoria azione dei nostri concessionari, i quali, in pieno spirito ambrosiano, svolgono a tutti gli effetti – in un certo senso “per conto” del Comune – un servizio pubblico per il quale i milanesi saranno loro sempre riconoscenti.