SULLA POVERTA’ E SULL’ISTRUZIONE LA POLIZIA NON PUO’ FAR NULLA

Ha ragione Achille Serra, nella sua intervista di oggi al Corriere Milano. Per affrontare il tema della sicurezza occorrono istruzione e lotta alla povertà, anche educativa: su queste due questioni, la polizia non può fare nulla.

Un problema di sicurezza nelle città esiste e non va sottovalutato, ma, come ci ricorda Serra, la questione non si risolve con la sola repressione, perché le cause scatenanti sono molteplici. Ci sono la stampa e, troppo spesso, anche la politica che strumentalizzano il tema della sicurezza, esasperando il racconto di singoli episodi e alimentando un diffuso senso di paura.

C’è un problema di lentezza della giustizia e di mancata certezza della pena, per cui una riforma organica della giustizia penale non sembra più rinviabile.

C’è una difficoltà nella gestione dell’immigrazione e, soprattutto, nell’integrazione di chi arriva. Segnala giustamente Serra che la legge Bossi-Fini prevedeva l’istituzione di percorsi di avviamento scolastico, di avviamento al lavoro e di studio della lingua. Peccato che, in concreto, di questi percorsi non ne sia stato strutturato in maniera efficace nemmeno uno.

E poi c’è soprattutto il grande tema dell’istruzione e della capacità di creare ascensori sociali. Della capacità che abbiamo di offrire una prospettiva diversa ai nostri giovani, di riempire di qualità il loro tempo, di migliorare la loro condizione sociale.

Non occorre scomodare l’episodio di Viale Toscana, è sufficiente guardare ai graffiti, ai segnali stradali piegati o divelti, alle pensiline sfasciate, ai cestini portarifiuti svuotati. Una cosa è chiara: un’emergenza giovani, non solo a Milano ma in tutto il Paese, esiste. Il fattore noia, il fattore “impossibilità di accedere alla maggioranza delle attività di intrattenimento” esiste.

Dobbiamo riempire di bello il tempo dei giovani, riempirlo di attività accessibili, sportive, culturali, artistiche, a cielo aperto. Vanno riempiti i non luoghi, vanno pensate soluzioni alternative, va organizzata attività di qualità.

Più agenti in strada fanno certamente bene, ma, da soli, non risolvono il problema. Offrire alternative attrattive e plausibili ai giovani delle nostre città è in definitiva la prima forma di prevenzione ed è un compito che spetta a chi amministra, a prescindere dal suo colore politico.