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DDL GASPARRI: FALSA PARTENZA

Come primo atto della nuova legislatura, il senatore Gasparri ha pensato bene di depositare un disegno di legge per anticipare il riconoscimento dell’acquisizione della capacità giuridica di un individuo dal momento della nascita al momento del concepimento.
La conseguenza che ne scaturirebbe sarebbe, all’evidenza, il divieto di abortire.

La questione ricompare ciclicamente e il dibattito sconta ogni volta un errore di fondo. Gli antiabortisti non si limitano ad esprimere un’opinione differente e legittima, si spingono oltre: vogliono imporre anche a tutti gli altri la loro visione del mondo.
I diritti civili, in quanto tali, non impongono a nessuno di conformarsi, si limitano ad offrire un’opportunità: coloro che, ad esempio, credono nella vita fin dal concepimento possono benissimo decidere di non abortire. Ma questo agli antiabortisti non basta: esigono che, pur in evidente assenza di riscontri scientifici, anche tutti gli altri siano obbligati a sottostare alla loro scala di valori.

Gasparri, come a voler nascondere la mano, ha subito precisato di aver avanzato quella proposta solo per accendere la discussione. A me intanto pare che un disegno di legge del genere a pochi giorni dall’elezione di un ultraconservatore come Fontana alla presidenza della Camera disveli, se non altro, la vera natura illiberale di questa destra.
Non penso che ce la faranno: la nostra Costituzione conosce, per fortuna, efficaci meccanismi di autodifesa, che rendono tecnicamente difficile un ritorno al Medioevo.
Ma visto che si afferma di volerne “discutere”, un punto sia subito chiaro: provate a passare dalle parole ai fatti e in piazza saremo una marea.