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POLITICHE GIOVANILI: FACCIAMO IL PUNTO

In questi quattro anni, da quando sono entrata in carica, ho provato a dare un imprinting nuovo e una nuova riconoscibilità alla delega delle Politiche Giovanili, che forse fino ad allora non aveva espresso fino in fondo le sue potenzialità. “Colpa” anche di un bilancio che non può materialmente trovare fondi per tutto, soprattutto dati i continui tagli agli enti locali. E allora la prima questione che mi sono trovata sul tavolo è stata come aumentare i fondi per i giovani, senza pretendere di sottrarli ad altri settori altrettanto centrali come l’educazione, il welfare o i trasporti.

Nel 2022 la Direzione Politiche Giovanili disponeva di 563 mila euro. Oggi possiamo contare su 3,5 milioni di euro, che nel 2026 cresceranno fino a più di 4 milioni e mezzo. Di questo totale, solo il 10% deriva dal bilancio comunale, il 90% arriva da bandi regionali, nazionali ed europei, fondazioni e aziende.

Questo risultato ha dietro un enorme lavoro invisibile, forse troppo invisibile, di una squadra tutta guidata da donne (sarà un caso?!): da un lato di ricerca dei fondi, dall’altro di implementazione delle competenze finalizzate a partecipare ai bandi. Nei bandi non vale la regola per cui “l’importante è partecipare”. Se si vogliono fare le cose, i bandi vanno vinti.

Un esempio su tutti: per Baroni85, Hub giovani che abbiamo aperto 2 anni fa al Gratosoglio, potremo contare su 3 mln da spendere nei prossimi 3 anni per doposcuola, orientamento, supporto psicologico, corsi professionalizzanti e tirocini di inclusione. Ovviamente non poter disporre di fondi comunali non è un vanto, ma qui bisogna fare la torta con gli ingredienti che si hanno. L’orientamento è stato chiaro: intervenire prima di tutto nei quartieri di maggiore difficoltà e smetterla di considerare i giovani come dei panda da tutelare, ma pensare piuttosto di offrire loro una chance, di responsabilizzarli, di fidarsi di loro e di prendere sul serio i loro progetti.

Abbiamo aperto, nell’ex casello daziario di Porta Genova (un tempo negozio di abbigliamento), Open Casello, uno spazio gestito da under35, sede, tra l’altro, dei servizi di orientamento del Comune. Abbiamo messo in piedi 100 IDEE, un programma che permette a giovani tra i 14 e i 35 anni di realizzare la propria idea grazie a contributi economici, spazi, formazione e mentoring. Anche qui, si parla di un milione di euro. Dal lancio del progetto abbiamo aperto quattro call, ricevuto più di 250 candidature, coinvolto oltre 100 gruppi, attivato 120 mentor, messo a disposizione 90 spazi pubblici e privati.

Parliamo di spazi che offrono attività, orientamento, ascolto psicologico e occasioni concrete per costruire relazioni sane. È lì che si intercetta il disagio prima che diventi cronico. La sicurezza non è una linea del bilancio, è un ecosistema: quando i ragazzi hanno luoghi dove stare, adulti di riferimento e progetti in cui riconoscersi, la città diventa automaticamente più sicura.

Abbiamo potenziato l’educativa di prossimità, oggi presente in tutti i nove Municipi con operatori che lavorano nei quartieri e negli spazi informali della città. Abbiamo attivato, grazie alla collaborazione con 15 partner del terzo settore, quasi 3.000 ore di educativa di strada. I progetti sono passati da 6 a 15 in tre anni: ad oggi abbiamo avviato 253 collaborazioni, di cui 25 con organizzazioni giovanili. E il cambiamento non è stato solo organizzativo, ma soprattutto culturale. Oggi non consideriamo i giovani non come semplici destinatari di servizi, ma come protagonisti delle politiche pubbliche.

La collaborazione tra assessorati è fondamentale quando si parla di questa delega. Le politiche giovanili oggi lavorano in raccordo costante con sport, welfare, educazione, cultura, demanio, piano quartieri. Il progetto Generazione Sport, le Olimpiadi Culturali, i nuovi hub per i giovani, l’ex Mercato di Selinunte ne sono la dimostrazione concreta.

Le politiche giovanili a Milano sono oggi un ecosistema vivo organizzato e condiviso, capace di generare energia, opportunità e futuro. Un ecosistema grazie a cui siamo riusciti ad ampliare le risorse, moltiplicare i progetti, attivare nuove alleanze e, soprattutto, rimettere i giovani al centro, come veri protagonisti della città che cambia. Questo percorso è una delle innovazioni più forti e radicali di cui come amministrazione andiamo fieri: la prova concreta che Milano sa guardare sempre avanti.